Tutto ebbe inizio in una piccola stanza, con un vecchio microfono, un mixer economico e tanta voglia di sperimentare. Il protagonista di questa storia era solo un ragazzo curioso, affascinato da quel mondo invisibile fatto di onde radio e voci che attraversavano l’etere. Passava le ore a registrare finti programmi, a mixare musica e a immaginare un pubblico dall'altra parte dell’altoparlante.
Ogni giorno imparava qualcosa di nuovo: come migliorare l’audio, come creare una scaletta, come parlare in modo più sicuro davanti al microfono. Con pazienza e determinazione, iniziò ad acquistare attrezzature sempre più sofisticate: una console più potente, microfoni professionali, pannelli fonoassorbenti per isolare il suono. Quella che un tempo era solo una cameretta diventava, pezzo dopo pezzo, un vero e proprio studio radiofonico.
Fu allora che nacque Radio Estasi.
Il nome non fu scelto a caso: "Estasi" rappresentava l’emozione pura, quel brivido che provava ogni volta che andava in onda, anche se per pochi amici collegati online. All’inizio era tutto molto semplice: qualche diretta serale, musica selezionata con cura e interventi improvvisati. Ma bastò poco perché la passione cominciasse ad attirare l'attenzione.
Arrivarono i primi ascoltatori, poi le prime collaborazioni, e infine anche i primi eventi dal vivo: piccole serate in locali, feste private, dirette on the road. Ogni evento era un’occasione per far conoscere la radio, per stringere contatti, per migliorare.
La postazione cresceva con lui. Da un semplice computer a una vera regia con più monitor, luci, software professionali e connessioni stabili per le dirette streaming. Il sogno stava prendendo forma reale. Radio Estasi non era più solo un progetto personale, ma una voce indipendente, giovane e vibrante, pronta a farsi sentire.
Oggi Radio Estasi è molto più di una web radio: è una community, un punto di riferimento per chi ama la musica, l’informazione libera e le emozioni vere. Ma dietro ogni successo, resta sempre viva l’immagine di quel ragazzo che, in una stanza troppo piccola per contenere la sua immaginazione, accese per la prima volta un microfono... e diede inizio a tutto.
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